lunedì 29 giugno 2009

notte prima degli esami #3

e che palle 'sti post sugli esami.
mi hanno davvero rotto iccazzo.

eddaje... vabbe', ieri sera ho passato un'oretta in balcone a guardare la citta' di notte dall'alto dei miei nove piani. e' una cosa che amo fare. tanto tra zanzare e caldo non sarei riuscito a dormire.
e infatti non ci sono riuscito, complice anche un gatto grasso e peloso che mi si e' appiccicato addosso appena ho guardato da lontano il letto.

il mattino alle otto e mezza ero gia' a scuola. cosa buffa, dato che la terza prova sarebbe iniziata solo all'una.
l'intenzione era di studiare, ma in realta' abbiamo solo fatto mille futili giri in macchina cantando i Finley (si', i Finley) a squarciagola.
all'alba delle dodiciettrenta eravamo tutti bianchi come stracci, e bramavamo di entrare e farla finita.
non ci fosse stata matematica, la terza prova sarebbe andata molto bene. ma c'era, e l'ho lasciata in bianco. totalmente. che e' sconsigliabile, lo so, ma se non sapevo nulla non sapevo nulla.

poi sono rimasto a scuola senza toccare cibo, campando sulla solita lattina di Chino' e il solito pacchetto di sigarette (tra due giorni smetto, eh), in attesa della pubblicazione dei risultati.
che sono usciti alle sette e mezza.
quindi record personale con undici ore filate passate nei confini scolastici. grazie, grazie.
quando ormai fisico e psiche cedevano, e giocavamo a unidici con un bimbo del luogo che manco in un film di Salvadores, ci hanno chiamati:
I prova... undici. cioe'. undici. fanculo, io voglio vederlo, 'sto tema.
II prova... otto. e vabbe', lo si era detto che anche no.
III prova... nove. che se consideriamo una materia lasciata in bianco significa che nelle altre ho dato il meglio del meglio.

e niente. son tornato a casa alle otto e un quarto, poi doccia, poi di nuovo in giro a portare mio fratello a casa, e alle dieci ho posato il culo solla sedia e mangiato un piatto di pasta ghiacciato. poi blog e ora a nanna.

P.S.:
ah, per la cronaca, dati i miei ben dodici crediti, all'orale devo fare minimo venti.
si accettano scommesse.

sabato 27 giugno 2009

notte prima degli esami #2

la notte prima della seconda prova ho dormito.
un po' per stanchezza, un po' perche' mi sentivo sicuro, un po' perche' sono uno che ci mette poco a vedere le cose per quelle che sono, e dopo il tema ho capito che l'esame non e' poi 'sta gran cosa.

e' un compito in classe con un prof. un po' severo, ma nemmeno troppo: si risolve la prova, ogni tanto ci si scambia qualche parola di conforto, si scherza con i compagni e la commissione, si mangia e beve, i prof. se possono aiutano, se non aiutano chiudono un occhio quando l'aiuto viene da altre fonti.
ieri hanno anche beccato dei libri in bagno (non miei, che alla fine ho deciso di non copiare), e si sono limitati a toglierli senza prendere alcun provvedimento, anche se c'erano scritti i nomi (credo fossero del signor Felice Furbizia, o roba del genere).

beh, comunque sfiga a catinelle.
ieri e' uscito il problema sull'estrazione, che e' una cosa lunga, difficile, e per nulla user friendly (ci vogliono righe da un metro e fogli protocollo aperti solo per disegnare il grafico), tanto che non usciva da una decina d'anni o poco piu'.
ha fatto una strage.
il disegno invece e' andato bene, o almeno a me sembra andato bene (la risoluzione di Calatozzolo, professore di impianti al Molinari nonche' autore del mio libro di testo, e' comunque molto piu' semplice della mia. io c'ho messo un fracco di roba in piu'. e un controllo di livello in meno.).
per quanto riguarda le relazioni, quella sul GPL in qualche modo e' andata. non troppo esaustiva, ma e' andata. quella sull'equilibrio chimico l'ho fatta un po' di merda.
insomma, mi aspetto quei sette, massimo otto quindicesimi che a questo punto devono essere compensati da almeno dodici/tredici nel tema.
e dire che contavo sulla seconda prova per ammortizzare la mazzata della terza.

vabbe', il gioco continua.

giovedì 25 giugno 2009

notte prima degli esami

io mi ricordo quattro ragazzi con la chitarra, e un pianoforte sulla spalla.
evidentemente mi ricordo male.
tra l'altro col cazzo che ho voglia di scrivere, dopo il tema, ma vabbe'. lo faccio per voi. pero' scrivo tutto quello che mi passa per la mente, come mi passa per la mente. se non capite non importa, saltate.

innanzitutto, mi spiace smontare chi ancora ci crede, ma la notte prima degli esami non e' proprio come nel film.
io ad esempio ho fatto la tesina ieri. dalle otto e trenta del mattino fino alle due di notte, con sole due pause di mezz'ora l'una.
in ventiquattro ore ho mandato giu' mezzo piatto di pasta, uno spiedino (scartando i peperoni), un litro e mezzo di Estathe' al limone, e un pacchetto da venti di Marlboro.
finito di stampare la tesina ho letto i messaggi tipo "sbornia triste" che mi arrivavano da chi come me non dormiva, e cominciava a cedere psicologicamente.
il lampo di pazzia del pre-esame l'ho avuto: ho mandato verso le tre un messaggio a qualche pirla del mio stampo con scritto "tra mezz'ora davanti a scuola a giocare a calcio?".
tipo ricevere tipo sei messaggi con scritto "no." in tipo venti secondi e' tipo avvilente.
se stanotte non dormo ci riprovo.

poi, dopo una notte a fissare il soffito, trovarsi a scuola con tutti i tuoi amici che stanno evidentemente male e' una pacchia.
sapere che gli unici due che sono usciti a far baldoria han dovuto accostare l'auto per vomitare, in preda ad un attacco d'ansia, e' addirittura sublime. proprio da film.
che poi uno dice che lo fanno aspettare cinquantacinque minuti al sole perche' il tema l'abbiamo iniziato alle nove. cioe'.

e niente, mi hanno subito ritirato il dizionario, perche' enciclopedico. ma tanto mi vanto di conoscere un buon numero di parole italiane, e non ne ho avuto bisogno.
Svevo mi sta' sul cazzo, quindi nada. ho fatto la traccia sui Social Network, illustrando prima una storia verosimile della nascita del web 2.0, per poi esaltare la funzione dei SN di liberta' informazione, portando ad esempio la situazione iraniana dei nowadays (nowadays in italiano e'...?).
tra l'altro che palle.

la piucca ha avuto un crollo nervoso perche' e' stata estratta come prima agli orali, e aveva gli occhi lucidi. mi si e' stretto il cuore, povera picci. le voglio bene.
se poi aveste visto il film "paura e delirio a Las Vegas" sapreste come vedo ed interpreto il mondo in questo momento, sveglio da quaranta ore e sostenuto da una quantita' di cibo irrisoria.
e insomma. ho dormito un'oretta su una panchina, dopo il tema, mentre aspettavo gli altri: che goduria.

domani e' peggio. che poi niente.

sabato 20 giugno 2009

the Lizard of Odd

pausa.
ci vuole una pausa.

sento da qualche minuto, forse qualche ora, l'impellenza di qualcosa. ma cosa?
adesso l'ho capito: una pausa.
d'altronde e' l'una e sto' studiando dalle otto e mezza: non mi era mai successo prima.
cosi' raccatto qualche anima stanca ed esco alla luce del sole.
ah! la luce del sole! ci sono tipo quaranta gradi all'ombra e quasi non li sento.
i miei compagni di sventura ed io siamo tutti stanchi e non parliamo: divoriamo il pranzo, se cosi' vogliamo chiamarlo, e poi ci sediamo sul marciapiede a fissare il vuoto. solo cinque minuti.

la realta' scema: nella mente si affollano i grandi poeti del novecento: Leopardi, Pascoli, Verga... cazzo, ne avessi citato uno che fosse veramente del novecento.
e vabbe', dell'ottocento.
guardano tutti verso Montale, che sta' declamando qualcosa: dato che sono in pausa mi concedo di ficcare un po' il naso e mi avvicino.
parla di Gascromatografia: efficienza, teoria dei piatti e delle velocita', la Van Deemter, SCOT, WCOT, l'accoppiamento con lo spettrofotometro di massa, Cs, Cm, film liquidi, Kieselghur (o terra di diatomee), fasi legate... che palle.
non mi e' mai piaciuto Montale, tantopiu' quando parla di cose che non sa.

me ne vado, torno dai miei amici, e li trovo tutti in catalessi.
chissa' quanti di loro stanno ascoltando la conferenza di Ungaretti sui differenziali... mi spiace di essere tornato alla realta' e non poterla seguire io stesso.
una lucertola lunga pochi centimetri, dall'altro lato della strada, mi fissa insistentemente.
poi prende coraggio e si avvicina; dapprima titubante, poi sempre piu' decisa.
alla fine si infila di corsa sotto il mio piede sinistro, all'ombra della mia Converse: penso sia un'immagine molto poetica, e mi riprometto di scriverne sul blog.
ci rimane dieci minuti, e io cerco di non muovermi troppo per non disturbarla. mi fa' pensare a me stesso, in pausa.

quando se ne va' un po' mi dispiace: dopotutto avevamo condiviso qualcosa quel giorno, e mi ci ero quasi affezionato.
mi accendo una sigaretta, e guardo gli altri destarsi uno ad uno, finche' non ci siamo tutti.
ci guardiamo in faccia, ma in ognuno vediamo solo noi stessi.
mentre rientriamo sento l'impellenza di qualcosa... forse di una scarpa sotto la quale riposare.

ormai, pero', la pausa e' finita.

martedì 16 giugno 2009

tipo chimica

... e poi c'e' quando uscite di casa la mattina per studiare in biblioteca (che senno' vi distraete), e vi comprate due focacce con le olive dal panettiere.
poi studiate tutto il giorno mangiandone una e un morso, e dicendovi che l'avete fatto piu' per sfizio che per fame, perche' voi potete tranquillamente andare avanti due giorni su una lattina di coca cola.

tornate a casa verso le cinque e mezza, vi buttate in doccia perche' in 'sto periodo si suda che e' un piacere, alle sei e mezza (si', faccio docce molto lunghe, mi rilassa) aprite lo zaino, guardate con astio il libro di impianti, buttate il dito di estathe' al limone che e' avanzato, e che, in quanto funna, vi fa' piu' schifo della merda, ed estraete la focaccia (deficiente di un morso), accingendovi a buttarla, dato che e' rimasta una giornata in un sacchetto di plastica sotto al sole, e voi non avete fame, perche' voi potete tranquillamente andare avanti due giorni su una lattina di coca cola.

cosi', per fare, decidete di concedervi un'oliva che e' proprio a bordo sacchetto, cioe' alla vostra portata, e nel mentre che ve la infilate in bocca vi dite che la si manda giu' meglio con un morso di focaccia, magari due, al limite tre.
e cosi', in quei pochi attimi che intercorrono dal momento del prelievo dell'oliva al deposito di essa tra le vostre fauci, con l'altra mano vi siete infilati in bocca meta' della molliccia focaccia (l'altra meta', meno un morso, avra' comunque vita breve).
perche' voi potete tranquillamente andare avanti due giorni su una lattina di coca cola.

domenica 14 giugno 2009

che ne sara' di noi?

dato che l'altro giorno chiedevo alla Pinka di credermi, e lei, seppur con riserva, l'ha fatto, mi pare quantomeno educato spiegarle cosa intendevo.

allora.
solitamente, quando si finisce l'anno scolastico, la sensazione che si prova e' sempre quella di togliersi dalle spalle un grosso macigno ricoperto di cocci di bottiglia, farsi medicare le ferite da un'infermiera con le fattezze di Demi Moore, mentre una seconda, stavolta sosia di Jessica Alba, vi spalma di unguenti profumati, il tutto su un letto di piume.

poi, c'e' la sensazione che si prova alla fine del quinto ed ultimo anno, ovvero quella di togliersi dalle spalle un enorme macigno ricoperto di cocci di bottiglia intinti in sale e limone, farsi medicare le ferite da un'infermiera con le fattezze di Jessica Alba, mentre una seconda, stavolta sosia di Victoria Silvstedt, vi spalma di unguenti profumati con le tette, il tutto su un letto di piume d'angelo.
e di non riuscire a godersi il momento.

perche' il problema di volere troppo una cosa e' che si corre il rischio di ottenerla.
tanto maggiore e' la volonta' di raggiungere uno scopo, tanto piu' profondo e' il senso di smarrimento e di vuoto che si prova quando il sogno diventa realta'.

giovedì 11 giugno 2009

la sottile linea

sapete quando vostra sorella canta con l'iPod nelle orecchie, col volume tanto alto da non sentire nemmeno la propria voce, cosi' da risultare piu' stonata di quanto e' solitamente?

se avete mai provato questa esperienza, sapete che tutto quello che vi passa per la testa e' BANG! un colpo di pistola.
su di voi o su di lei fa' poca differenza (meglio su di lei, comunque), l'importante e' immaginare il BANG!, e poi il silenzio.
bramare il BANG!, emblema del rumore, ma anche portatore di cheta assenza di suono.
e pace.
dentro di voi, e per espansione dei sensi e della mente anche intorno a voi, vostra sorella sta' essendo colpita, le cervella vi schizzettano sul viso, e voi, ormai ridotti alla vostra parte piu' animale e primordiale, vi beate dell'umida e viscida sensazione con un sadismo imbarazzante, che fortunatamente, nell'estasi del momento, non potete cogliere, e del quale non vi restera' gran ricordo.
un lungo istante di piacere puro (quel piacere, cioe', che fa' leva sui nostri bisogni e desidèri piu' reconditi, spesso subconsci), che seppur fittizio, li' e allora, e'.

ecco, cosa fareste se, durante questa situazione complessamente critica e fragile, un ragazzino lanciasse un petardo in cortile, e vostra sorella, per pura congiunzione astrale o per cazzi suoi, smettesse di straziare "se telefonando" all'improvviso, a meta' ritornello?
cioe'... lei canta e poi BANG!
e il silenzio.
nella vulnerabile impreparazione, un piccolo spintone oltre la linea sulla quale state pattinando, l'avverarsi di cio' che nella vostra mente sta gia' accadendo, il passaggio da quasi reale a reale.

ditemi, orsu', che cosa fareste?
perche' io, sul momento, sono stato preso dal panico, e non ho potuto che pensare: "cazzo, l'ho ammazzata".
fantastica, la mente umana.