domenica 15 febbraio 2009

The Third Test

LIVELLO 1: nascondere le prove.
il livelo si apre a pochi minuti dall'inizio della simulazione della terza prova.
avrete poco tempo per organizzare un modo per copiare, quindi appena prenderete il controllo del giocatore, dopo il breve filmato introduttivo nel quale sclera esaurito, nascondete parecchi libri in bagno, un paio sotto il banco avvolti in un camice, e alcuni bigliettini nel dizionario di inglese.

LIVELLO 2: inizia il test.
date una rapida occhiata ai fogli: dovrete affrontare inglese, diritto, analisi e matematica.
togliete di mezzo in fretta le domande di inglese, dando il tempo agli altri di buttarsi sulle cose che non sapete, poi attaccate con la teoria di matematica copiandola dal dizionario di inglese, e copiate gli esercizi dal vicino.
ora il gioco si fa duro.
estraete dal camice il libro di analisi e copiate le tre domande, poi chiedete di andare in bagno e mandate a memoria tutto il diritto che riuscite.

LIVELLO 3: gli altarini si scoprono (cit.).
all'inizio del livello ci sara' un filmato che mostrera' che mancano davvero pochi minuti, e voi avrete risposto a tutte le domande.
ma con un colpo di scena arrivera' il boss: la bidella.
la bidella entrera' in classe con tutti i libri che avete nascosto in bagno nel livello 1, chiedendo se sono vostri.
e' importante che non smettiate mai di negare, cercando nel frattempo di farle intendere a gesti di non insistere e di lasciarli a qualcuno fuori. attenti perche' lei ci mettera' parecchio a capirlo.
quando avrete quasi convinto il prof. della vostra innocenza, occhio anche al suo attacco "ma dentro c'e' scritto il nome...": a quel punto fingete indignazione rivolgendovi alla classe e sbottando "chi e' il pirla che mi nasconde sempre i libri?!".

bene, avete completato con successo "The Third Test", il primo simulatore virtuale della terza prova d'esame!

venerdì 13 febbraio 2009

bonzarolo's life

vagavo come un fantasma per la city al ritmo traditore delle bonze nella borsa.
in effetti avevo un posto dove andare, ma quando ci sono arrivato scottava troppo, e ho dovuto ripiegare.
sull'autobus lasciavo scorrere le prepotenti e gocciolanti linee nero inferno, ma i miei occhi scattavano rapidi osservando il paesaggio alla ricerca del posto giusto.
non mi curavo dell'elettronico rapace sulla porta, lo conoscevo bene e non poteva minacciarmi, ma non riuscivo ancora, dopo anni, a rimanere impassibile davanti alle ombre che mi scrutavano schifate come fossi una lercia blatta da stritolare sotto una suola.
ignoranza? probabilmente era quella che li spingeva ad un tale comportamento, poveri loro.
fortunatamente li spingeva anche a temermi e a lasciarmi in pace, e devo ammettere che provavo un certo piacere, come un orgoglio sadico nell'alimentarla.

scesi ad una fermata, non so quale, ma so che poco prima avevo scorto, attraverso il vetro giallastro del finestrino, il mio liscio, candido, vuoto posto.
feci quel pezzo di strada a ritroso quasi correndo, tanto ero emozionato all'idea di aver trovato la mia tela, la mia argilla, il mio pezzo di mondo.
quando arrivai mi accertai che fosse tutto tranquillo, tutto perfetto.
posai a terra la borsa, che si accascio' in un attenuato clangore metallico, e ne estrassi la clash nera.

clack, clack, clack, clack, clack.
fsssss...

questo e' un omaggio a tutti i writers di Milano e del mondo che si battono ogni giorno per la liberta' d'espressione, condividendo con tutti noi la loro arte e, tramite essa, loro stessi.
un ringraziamento speciale a medva, che mi ha presentato questo mondo tanti anni fa'.
respect.