venerdì 13 febbraio 2009

bonzarolo's life

vagavo come un fantasma per la city al ritmo traditore delle bonze nella borsa.
in effetti avevo un posto dove andare, ma quando ci sono arrivato scottava troppo, e ho dovuto ripiegare.
sull'autobus lasciavo scorrere le prepotenti e gocciolanti linee nero inferno, ma i miei occhi scattavano rapidi osservando il paesaggio alla ricerca del posto giusto.
non mi curavo dell'elettronico rapace sulla porta, lo conoscevo bene e non poteva minacciarmi, ma non riuscivo ancora, dopo anni, a rimanere impassibile davanti alle ombre che mi scrutavano schifate come fossi una lercia blatta da stritolare sotto una suola.
ignoranza? probabilmente era quella che li spingeva ad un tale comportamento, poveri loro.
fortunatamente li spingeva anche a temermi e a lasciarmi in pace, e devo ammettere che provavo un certo piacere, come un orgoglio sadico nell'alimentarla.

scesi ad una fermata, non so quale, ma so che poco prima avevo scorto, attraverso il vetro giallastro del finestrino, il mio liscio, candido, vuoto posto.
feci quel pezzo di strada a ritroso quasi correndo, tanto ero emozionato all'idea di aver trovato la mia tela, la mia argilla, il mio pezzo di mondo.
quando arrivai mi accertai che fosse tutto tranquillo, tutto perfetto.
posai a terra la borsa, che si accascio' in un attenuato clangore metallico, e ne estrassi la clash nera.

clack, clack, clack, clack, clack.
fsssss...

questo e' un omaggio a tutti i writers di Milano e del mondo che si battono ogni giorno per la liberta' d'espressione, condividendo con tutti noi la loro arte e, tramite essa, loro stessi.
un ringraziamento speciale a medva, che mi ha presentato questo mondo tanti anni fa'.
respect.

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