mi accarezzai i capelli lucidi legandoli stretti in una lunga coda di cavallo.
un'ultima occhiata allo specchio ed entrai.
"hai visto, donna? mi son fatto la coda.", dissi.
"stai bene, KAN.", rispose lei. lo si capiva che era invaghita di me.
"vero?" - la falsa modestia trasudava da ogni poro, mi sentivo un vero duro con quei capelli.
lo sguardo ammiccante di chi ne sa sempre una piu' di chiunque altro e l'atteggiamento da gangster mi conferivano un fascino a cui nessuna donna avrebbe mai potuto resistere.
capii che anch'io ero decisamente attratto da me. dovevo guardarmi ancora allo specchio.
mi voltai, ma nella cornice non c'era il mio solito viso. tra i neri capelli neri, e i lucidi muscoli lucidi, c'era la dura faccia dura di Steven Segal.
"aaah!", urlai.
mi svegliai di scatto, l'orologio segnava le sei punto quarantasette.
"ma che cazzo." bisbigliai, poi mi alzai e iniziai la giornata.
domenica 18 marzo 2007
attrazione fatale
Pubblicato da
gabrielecannilla
alle
20:12
Etichette: capelli, coda, fascino, gangsta, KAN, modestia, orologi, sogni assurdi, Steven Segal
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