domenica 17 febbraio 2008

ti venisse un...

scendevo la scala lentamente, la piucca dietro di me stretta ad un braccio, la paura stampata negli occhi.
- vado a dare un'occhiata, tu resta qua.- le dissi.
lei fece nervosamente di si' col capo, e mi lascio' andare, cosi' raggiunsi l'ultimo gradino.
con cautela sporsi la testa oltre l'angolo, e li vidi, a centinaia, accalcati come zombie attorno al bar.
- sembra un film di Romero, come al solito.- dissi alla piucca che trotterellava giu' per le scale, ridendo delle mie improvvisate drammatizzazioni.
- sei davvero un pirla, lo sai?- mi canzono'.
- voglio vedere se lo ripeterai quando ti troverai faccia a faccia con IT, o Jason, o il maniaco con l'uncino...- borbottai imbronciato.
- sisi', tanto lo sai che mi difender...- si fermo', gli occhi vitrei a fissare il vuoto sopra la mia spalla. poi lentamente giro' la testa.
- che c'e'? che ti prende?- mi voltai cercando di seguire il suo sguardo, che puntava dritto tra la folla, e mi pietrificai.

in mezzo a quell'orrido banchetto di infernali creature, tra panini al tonno e altri al cottoesalsa, spiccava un cappello a tesa circolare; sotto di esso un mucchio di capelli scuri, poi una maglia a righe orizzontali rosse e nere, e un paio di pantaloni, anch'essi neri.
- ... lo vedi anche tu?- mi chiese cercando il mio braccio con la sua mano.
- ma come cazzo si fa' a non vederlo?! a diciassett'anni va' in giro vestito come Freddy Krueger...-.
- mi difenderai da lui, vero?- piagnucolo' strisciando dietro alle mie spalle.
- ... ... ... no, cosi' impari a darmi del pirla. e andiamo alle macchinette, che il bar e' un inferno oggi.- e ce ne andammo al cazzeggio.

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